9^ Mulatrial di Piandelagotti … L’Ascensione!

2015 mulatrial piandelagottiMULATRIAL PIANDELAGOTTI …

La 9^ edizione della Mulatrial Alta Val Dragone e Dolo a Piandelagotti (MO) è risorta dal limbo di due anni di profonda riflessione, ascendendo nuovamente all’Olimpo del motoalpinismo.La misticità del territorio, tra sacro e profano, ha ispirato la gogliardia e l’immaginazione degli organizzatori dell’evento portandoli a reinterpretare le antiche vicende vissute sui percorsi dai viandanti che li frequentavano fin dalla notte dei tempi.

L’Appennino è una montagna antica, attraversata da innumerevoli vie storiche che hanno assistito da mute testimoni alle vicissitudini dei pellegrini in viaggio.

I loro racconti hanno ispirato le leggende nate dalle paure, dalle loro fortune e dalla più profonda Fede religiosa che li sosteneva.

Si narra di San Pellegrino, un eremita che nel 500 viveva tra quelle montagne in una grotta perduta nella selva più fitta dove ospitava i viandanti difendendoli dal demonio, sottraendoli alla perdizione.

Il diavolo in persona, irritato dalla sua resistenza alle tentazioni, lo schiaffeggiò così forte facendolo girare su se stesso tre volte  ….

Da allora tutti i pellegrini, per omaggiare la tenacia del Santo, portarono in quel punto dei sassi da deporre al suolo dopo aver compiuto tre giri su se stessi, il cosiddetto Giro del Diavolo!

La sezione trial Piandelagotti del Motoclub la Stalla ha voluto reinterpretare il “giro del diavolo” per proporre un nuovo connubio tra il passato ed il presente, ha riscoperto molti di quei percorsi dei viandanti in mezzo alla Selva Romanesca per riproporci l’antico rito del sasso …..  con emozioni e momenti di espiazione lungo un giro molto vicino al contesto provato dai viandanti del tempo..

Tutto questo però è accaduto la domenica, il paese invece era pronto fin dal sabato, con la piazza centrale allestita dalla Proloco per la festa della birra, con musica, stand di prodotti tipici in un tripudio di miele, funghi e vini locali.

mulatrial dragoneCirca 90 motoalpinisti, molti con famiglia al seguito, avevano già occupato tutte le camere degli alberghi del paese ed effettuato le procedure di iscrizione alla Mulatrial, le tagliatelle e le rosette allietavano il palato dei più tecnici del movimento della mascella, mentre lo speaker dell’organizzazione chiamava a raccolta i partecipanti per l’inizio del “giro delle Pale”.

Da subito si è capito che il percorso avrebbe regalato soddisfazioni impagabili: immersi nell’ombra della vegetazione, nella prima variante rossa sono comparsi i salitoni, interrotti da muretti verticali o da stacchi su radici da saltare al volo, senza esitare, altrimenti solo la tecnica del manubrio piantato a terra poteva salvarti da una rotolata a valle.

mulatrial piandelagottiBene, questo primo assaggio ha riscaldato gli animi ed ha fornito un punto di riferimento significativo sulle frecce rosse, il messaggio è arrivato forte e chiaro: se si seguiva questa via solo la tecnica più evoluta ed un pizzico di fortuna  poteva riportarti alla fine!

È il giro blu? Mica era da impediti, tutt’altro, forse non si trovavano in vetta gli apici più acuti ma le curve, le discese e le salite importanti regalavano la medesima soddisfazione perché richiedevano tutta l’attenzione di ogni mulatrial che si rispetti!
mulatrial piandelagottiIn assoluto la caratteristica tecnica principale del primo giorno alla Mulatrial di Piandelagotti e’ stata la pendenza della salita, verticale e lunga, molto lunga, prevalentemente su terra, una vera “ascensione” verso l’alto, esaltata al massimo all’uscita dalla selva di fondo valle, dall’abbagliante luce del sole.

Il giro delle Pale è stato un susseguirsi di saliscendi intercalato dalle varianti rosse, alcune veramente da arrampicatori su ruote, altre per esploratori dei pietroni nei torrenti di fondo valle….

Ma la vera emozione del passaggio impossibile ci ha raggiunto dopo il ristoro di Riccovolto, una frazione di origine medioevale nel comune di Frassinoro, caratterizzata da una torre campanaria isolata dalla chiesa adiacente.

mulatrial piandelagottiDopo aver reintegrato le energie con pizza, melone, varie torte, pamigiano in scaglie e lambrusco d.o.p. ci siamo avviati lungo un crinale eroso dal sole, le solite frecce rosse proponevano una traiettoria facoltativa, molti di noi sentivano l’esigenza di provarla.

Mi sono trovato insieme ad un gruppo strabiliante di veneti, non li avevo ancora inquadrati bene: uno di loro girava con una scorpa t-ride con targa ed avviamento elettrico e sembrava assolutamente certo di passare ovunque inoltre quasi tutti avevano i paramani al manubrio e altri accrocchi da escursionisti in moto da trial … ma di loro ne parleremo dopo ….

Il T-Ride ha girato per il segno blu mentre gli “accrocchiati” hanno proseguito sul tracciato rosso dove la vegetazione nascondeva una salita importante, con pendenza notevole ma praticabile per gli esperti … solo che all’apice comparivano in distanza le maglie arancione degli addetti sul percorso presenti nei passaggi più esposti o su quelli impossibili … come ci appariva questo.

mulatrial piandelagottiLa difficoltà si presentava alla fine della salita con una lastra di pietra alta almeno quanto una moto in verticale, non era questione solo di tecnica per passare, dovevi escludere dalla centralina mentale la mappatura dell’esitazione, si doveva partire in progressione, su un terreno a scaglie, arido, con la trazione che poteva lasciarti se azzardavi troppo con il gas aperto per la paura di non avere abbastanza slancio, dovevi essere regolare ma come?

La concentrazione saltava, sapevi che essere lento ti avrebbe fermato sotto il gradone ma arrivare molto veloce, appeso all’indietro per dare trazione, ti avrebbe proiettato verso l’alto con l’inevitabile capottone.

Solo pochi sono riusciti a salire senza aiuto, molti sono rimasti appesi alla pietra, mentre le braccia dello staff gli prendevano la moto.

mulatrial piandelagottiPer me quella pietra era una missione impossibile ho visto numeri di alta acrobazia, impressionanti per alcuni, forse solo il lambrusco gli ha permesso di puntare la moto verso l’alto e ascendere alla vetta sperando nella provvidenza …

mulatrial piandelagottiQuesto passaggio ci ha portato sul crinale dove svettavano due Pale eoliche a cui è stato dedicato il giro della giornata.

mulatrial piandelagottiDalle pale siamo discesi verso il Rio Sanguinario per arrivare alla località Il Faldo dove ci ha accolto un gazebo con un altro rinfresco organizzato per il Consorzio della Patata di Alta Quota dall’Azienda agricola Capitani, un momento di sosta per riflettere su un alimento “semplice” ma essenziale dell’economia montana, secondo solo all’allevamento del bestiame, in grado di fornire una fonte nutrizionale importante e con un sapore caratteristico da gustare al pranzo al rientro dalla mulatrial.

mulatrial piandelagottiIl tracciato di questa parte di mulatrial è stato ricavato direttamente nei campi tagliati di fresco per permettere il nostro passaggio senza calpestare il fieno, è stato uno spettacolo vedere il territorio aprirsi in modo così ospitale.

mulatrial piandelagottiMentre i partecipanti sorbivano la seconda razione di Lambrusco ho avuto modo di esaminare le moto del gruppo dei veneti allestite per il moto alpinismo.

Questo gruppo di appassionati ha sfoggiato serbatoi addizionali in lega laterali e posteriori o di plastica, articolati tra manubrio e lato della moto con un sistema di tubi di collegamento per consentire l’alimentazione senza travasare il contenuto.

mulatrial piandelagottiCome sempre l’immaginazione supera la realtà ….. si inventa di tutto per non rimanere a secco e per non diventare dei portatori dì carburante!

mulatrial piandelagottiC’era ancora da affrontare una parte di percorso dove ho avuto la malaugurata idea di seguire la variante rossa nella zona del Rio Palancato attraversando un archivolto che sembrava la porta per un nuovo girone infernale.

mulatrial piandelagottiE’ iniziata una discesa seguita da salite nuovamente esagerate, tagliate in diagonale sui crinali e collegate ad un dedalo di tornanti su pietre mobili lasciate sicuramente da qualche adepto di San Pellegrino.

Probabilmente è stato solo grazie alla sua intercessione che sono riuscito ad uscire indenne da questa via crucis infatti il fisico non rispondeva più … ma ero in buona compagnia.

mulatrial piandelagottiDistrutti ma contenti siamo arrivati alla piazza di Piandelagotti dove la cena al ristorante dell’albergo La Posta ci ha ricaricato parte di quelle energie lasciate per strada durante la giornata.

I più arditi hanno proseguito la serata al fresco con i ragazzi della Proloco alla festa della birra mentre i più disintegrati, come me, si sono rivolti all’abbraccio del cuscino, sperando in una notte di sonno ristoratore per affrontare il “Giro del Diavolo” del giorno successivo.

mulatrial piandelagottiLa mattina di domenica è arrivata presto, la luce del sole esaltava la luminosità della piazza principale di Piandelagotti, il giro doveva essere più tecnico del precedente, con alcune zone tracciate lungo il percorso per testare i più bravi, per la cronaca i partecipanti sono arrivati quasi a quota 140, un bel numero per sfidare il diavolo che si manifestava con l’elevata temperatura della giornata, c’era veramente un caldo infernale.

mulatrial piandelagottiCome i viandanti perciò abbiamo affrontato il tracciato nella selva, intimoriti dal presagio di una giornata più dura, infatti chi ha affrontato tutte le frecce rosse ha provato ogni possibile ascesa al livello tecnico del trial motoalpinistico, i ragazzi di Piandelagotti hanno organizzato varianti lungo canali in secca costellati di pietre e massi con annesse discese e salite verticali, qualcuna addirittura senza un vero sbocco, con la ricerca del passaggio di ritorno in un freeride adrenalinico su precipizio, certamente possibile solo perché la gravità in ogni caso a valle ti riporta, non sempre sulle ruote ma sicuramente in caduta libera.

mulatrial piandelagottiDevo dire che ho passato un momento in cui il tempo ha iniziato a scorrere più lentamente, il percorso quasi mi veniva incontro, era lui a scorrere sotto la moto, sicuramente la fatica mi aveva piegato tanto che all’uscita della selva ho passato una buona mezz’ora a cercare di riprendere la padronanza della situazione.

Lungo il giro abbiamo trovato anche le zone tracciate tra i massi di una frana preistorica, camuffati dal muschio con la dimensione giusta per ogni tecnicista del trial, molti infatti si sono buttati tra le frecce per provare i passaggi, devo dire anche con successo.

IMG_1880 1L’ascensione però era presente in ogni variante, ogni tanto si scovava un salitone, dritto e pendente, alcune volte terribile, lo capivi quando compariva la maglia arancione degli assistenti, presenti nei punti più critici, ogni passaggio riservava una sorpresa, perfino le “tentazioni del diavolo” sono allegoricamente comparse nella boscaglia nella zona dove San Pellegrino assisteva i viandanti sperduti.

Due giovani rappresentanti degli inferi in gonnella infatti accoglievano di sorpresa i motoalpinisti, alcuni non ci capivano veramente più nulla, bolliti dal giro e dalla sete non riuscivano neppure a realizzare la situazione ma dopo un passaggio al banco del ristoro con le torte ed il lambrusco tutti poi hanno ceduto alla tentazione delle foto ricordo con le diavolesse di San Pellegrino..

IMG_1934 1Non ci sono più i viandanti di una volta, qui i tre giri li hanno fatto solo al banco del ristoro!

IMG_1930 1La mulatrial però continuava ancora, l’ospitalità del territorio si manifestava nuovamente con un altro ristoro organizzato dall’Azienda agricola di Domenico Palandri all’ombra della vegetazione a cornice dei prati dove il bestiame stava pascolando, un segnale positivo di una corretta alimentazione degli animali è sinonimo di una buona carne in tavola, che non cambia aspetto dopo la cottura e soddisfa il palato.

E non è poco di questi tempi dove la chimica e lo sfruttamento industriale cerca di sostituirsi alla cultura alimentare della nostra terra sacrificata da politiche sbilanciate verso altre realtà distanti dalla nostra tradizione.

IMG_1950 1Sono invece le realtà delle aziende locali come questa che portano avanti i metodi tradizionali di allevamento e coltivazione a preservare la nostra cultura alimentare, unica al mondo, invidiata ed imitata senza successo.

Dobbiamo imparare a conoscerla, a rispettarla e ad apprezzarla perché è un nostro  patrimonio che non deve andare perduto o inquinato da regole che nulla hanno a che vedere con la tradizione e la conoscenza millenaria nata dalla vita reale a contatto con il territorio e l’ambiente, quello vero e non quello teorizzato a livello accademico.

La  Mulatrial di Piandelagotti ci ha proposto anche questo momento di riflessione semplice e profondo nello stesso tempo, allevamento bestiame, coltivazione delle patate d’alta quota e Parmigiano del Consorzio…. Una ricchezza da preservare e far conoscere!

“Stuff e beriag”, stufo e ubriaco, recitava così in dialetto emiliano la scritta sulla casacca di un ragazzo dello “staff” dell’organizzazione, non si sa se si voleva riferire all’effetto del lambrusco offerto dai ristori o all’effetto delle sensazioni provate nel giro nei monti dell’Appennino.

IMG_1955 1Per quanto mi riguarda i circa 60 km di sentieri percorsi nei due giorni mi hanno sicuramente lasciato una notevole sensazione di stanchezza prossima all’ubriacatura, mitigata però da una soddisfazione importante per aver potuto partecipare ad un evento come questo, fortemente votato a creare un momento positivo di aggregazione tra persone con la stessa passione per contribuire alla vita delle tradizioni del territorio natio.

Questo per me è stato un vero atto di amore per le proprie radici e per la propria cultura, non potrà mai stufare nessuno!

Il Ristorante Alpino ha concluso la giornata, insieme allo staff del gruppo Trial di Piandelagotti ho apprezzato di persona tutti quei prodotti della loro terra cucinati come a casa, con le medesime sensazioni di gusto provate con i manicaretti preparati dalla nonna o dalla zia nei fornelli di casa, magari sulla cucina economica o sulla stufa a legna.IMG_1959 1Una macchina organizzativa perfetta a cui hanno contribuito veramente tutti: i trialisti del posto con le loro mogli, le ragazze, gli amici della Proloco, del Gruppo Alpino locale e l’Amministrazione Comunale e quella del Parco di Frassinoro, tutti hanno collaborato insieme e a tutti va il ringraziamento dei motoalpinisti che hanno potuto apprezzare la Mulatrial Alta Val Dragone e Dolo, a Piandelagotti, un piccolo grande paese della Provincia di Modena, immerso nell’Appennino, all’anno prossimo.

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