MULATRIAL DI LOANO …. LA MULATRIAL DEI PAZZI!

Riordinando gli archivi saltano fuori i ricordi di 10 anni fa della Mulatrial di Loano, un “capolavoro” di Mulatrial il cui percorso è ora all’interno di un’area protetta…..

Lo ripropongo con l’auspicio di rivederla di nuovo, magari perchè ora si capirà come i sentieri si perdono senza la presenza dei trialisti….

Sabato 26 aprile 2008 ho partecipato alla mulatrial di Verzi, una frazione di Loano in Provincia di Savona.

Una occasione ghiotta per girare sui monti dell’Appenino Ligure con vista mare, ho vissuto felicemente alcune edizioni precedenti e ho trovato sempre percorsi molto belli e tecnici caratterizzati da livelli di difficoltà dei tracciati estremamente vari, fino ad arrivare anche a dei limiti, oserei dire, veramente “pazzeschi”.

L’ultima volta invece gli amici del MC Loano si erano un pò ridimensionati: il giro era tornato ad un contesto più umano, tutto sommato sempre molto bello …. però mi hanno detto che qualcuno rimpiangeva il passato … che volevano provare ancora i passaggi leggendari come quello di Isallo ….

Sono le solite storie, cè sempre qualcuno che non è mai contento e che ne sa sempre una più del diavolo, ma ormai ero sicuro che il tracciato poteva essere “definitivo” e quindi tentazioni “diaboliche” di limiti impossibili ce le potevamo dimenticare!

Pensate che ho perfino attrezzato il mio Rev con il prototipo Beta Long ride (serbatoio maggiorato da 4 litri) per dimenticare l’ossessione delle tanchette della benzina nello zaino e per testare veramente se l’ingombro di un aggeggio simile potesse essere critico.

Nel volantino però la mulatrial l’avevano chiamata “1^ Mulatrial de Loa”, come se si fosse voluto dare un taglio con il passato, avevano detto che il percorso verde era di medio impegno e il blu era “particolarmente” impegnativo ….

Per me i trialisti del MC Loano o sono “particolarmente” modesti sulla difficoltà dei loro percorsi o sono “particolarmente” …..”fuori di testa oltre ogni misura” e anche un pò “machiavellici”….. altro che percorso impegnativo, non esiste un aggettivo per definirlo posso solo dire che hanno esagerato!

Quello blu è stato un giro veramente bello e tecnico, diciamo 6 ore di motoalpinismo?

Sto minimizzando, io ne ho impegnate 7 di ore e alla fine ne sono uscito sconvolto per la durezza del tracciato ma allo stesso tempo entusiasta perchè (per usare una frase un pò inflazionata) ho visto cose che voi umani neppure immaginate ….

Con il senno di poi ho percepito il diabolico messaggio della freccia verde all’inizio del giro, una roba mediamente impegnativa che ti permetteva di prendere le misure delle difficoltà del territorio: gradini di pietre, radici e lastroni ….. qui infatti ci sono stati i primi intoppi … ma non era niente in confronto al dopo!

MULATRIAL LOANO

Però non l’ho capito subito ….. più che un messaggio, ora lo so, era un monito ad accontentarmi del primo assaggio perchè, se si proseguiva oltre …. si rischiava una indigestione!

E così è stato…. il giro ha iniziato a manifestare gradualmente le difficoltà ad ogni metro ….. un crescendo costante di curve e controcurve in mezzo alle pietre e alle radici, appesi sui crinali di roccia sgretolata dal tempo e a picco su canyon scavati dall’acqua!

mulatrial loano

Non c’era un punto dove potevi tirare il fiato, i passaggi tra le rocce erano così stretti e vincolati che non si poteva sbagliare, o volavi o seguivi il “marchio” bianco sulle pietre lasciato dalle pedane e dai paracoppa, un segnale così evidente che sembrava tracciato apposta …. e anche tu, volente o nolente, contribuivi inesorabilemente a graffittare le rocce ….

Ma fosse stato solo quello: in mezzo alle pietre c’erano anche le radici, così eri sicuro che, se non rimanevi incastrato con le pedane, ci pensavano loro a fermarti per la perdita di aderenza!

Il tutto con il contorno di adrenalina dovuto alla visione dello strapiombo sul canyon almeno un centinaio di metri in basso mentre si spingeva per salire sopra il solito gradino con la controcurva a 90 gradi!

SUL CANYON …

E sì, perchè qui sembra le abbiano fatte apposta, le salite o le discese tra le pietre sono tutte così, oltre a proiettarti fuori traiettoria, all’apice non proseguono dritte, tropo facile, devi girare subito al volo e, sicuramente, c’è un gradino o una radice dove la speranza è di rimanervi appeso, con l’augurio di avere poi la forza di tirare su la moto a braccia!

Le discese nella pietraia dell’Isallo invece si comportano più o meno così: arrivi alla curva tra due rocce dove le tue pedane si incastrano mentre il paracoppa tocca su un’altra e ti sbilancia esattamente al contrario di dove dovresti andare, quando riesci ad uscire da quella posizione parti a palla sulle radici sperando di riuscire a fermarti in fondo!

DISCESE…

Nelle salite ho apprezzato le doti della “sella” del Long Ride, riuscivo a dare aderenza e a spingere contemporaneamente la moto.

Al contrario, nelle discese si rimaneva un pò appeso per aria, qui occorre prendere meglio le misure, però ero in condizioni veramente limite!

Ma non finisce qui: il fisico è provato dalla tensione e dalla fatica, se hai ancora le pedane al loro posto, anche se piegate, alla fine ti puoi ritenere fortunato.

Si, magari senti qualche acciacco dovuto alle cadute, però nonostante tutto hai una discreta carica, il percorso è molto bello, i panorami pure e perciò prosegui ostinatamente tra le difficoltà fino a trovare una piazzola di terra nascosta nella penombra della vegetazione che, sono sicuro, tutti i partecipanti delle edizioni passate si ricordano ……

E se, per caso, non se lo ricordano ci pensano i “diabolici” amici del MC Loano a ricordarlo: al centro della piazzola infatti c’è un alberello spellacchiato con appesi pezzi di parafango, pedane e altri componenti non identificati, un moderno presagio simile a quello delle teste rimpicciolite all’ingresso di alcuni villaggi dell’Amazzonia o equivalente alle maledizioni delle piramidi!

IL PRESAGIO!

Un messaggio che vuole minare la tua autostima residua e quel poco di sicurezza sulla tua tecnica di guida che fino a qui non è stata così efficace per evitarti tutta la fatica.

Infatti siamo ai piedi di un passaggio del percorso che, negli anni passati, è stato inventato da quei pazzi del MC Loano per sconvolgere diabolicamente la mente di chi arrivava fino lì, infatti mi ricordo la presenza di un muro di terra e pietre altissimo alla sommità di una salita cosparsa di pietre vaganti.

Ti trovavi di fronte ad una scelta obbligata, o tornare indietro con la certezza di soccombere nella pietraia di prima o provare a salire, molti ne hanno il ricordo, qualcuno ha lasciato lì appeso all’albero alcuni pezzi invece io ne ho uno indelebile: una cicatrice sul braccio sinistro lasciata da un ramo alla sommità in uno dei vari tentativi per passare negli anni.

Per fortuna nel tempo il passaggio si è addolcito, oggi è nella media dellle difficoltà della mulatrial però il ricordo di com’era ti fa perdere un pò di sicurezza e di cognizione del tempo ….

Il giro continua così: mantenendo alto il livello delle difficoltà, discese nelle pietraie, guadi, torrenti e poi una serie di tornanti in salita scavati dall’acqua e caratterizzati dall’instabilità delle pietre del fondo dove la moto sbatteva da tutte le parti e contestualmente la ruota posteriore saltellava perdendo aderenza.

Qui le braccia cedevano sotto la fatica, i crampi iniziavano a bloccare i movimenti mentre si perdeva il controllo, la traiettoria non esisteva più!

Dopo la pendenza aumentava tra la vegetazione su una viscida mulattiera da brivido, di quelle che devi stare attento mentri prendi velocità per passare i gradini all’apice per evitare di sbandierare l’anteriore e di veder volare via la moto …..

Già, il volo della moto, ogni tanto succede, perdi il controllo e ti prende la mano allora la lasci andare per poi raccoglierla quando si ferma, magari passa il punto più alto e così non la devi spingere.

Però può capitare che la mulattiera passi su una rupe a strapiombo, proprio come nella mulatrial di Loano, e così a me è capitato di veder volare la moto per almeno una cinquantna di metri …… una brutta sensazione davvero, pensavo di aver finito la mulatrial lì, con un “macinato” di Rev ….

E invece ho solo “spezzato” uno dei supporti della leva del freno ed è anche ripartita alla prima!

Un pizzico di fortuna ci vuole davvero ogni tanto, capita solo nelle grandi avventure come la “Mulatrial de Loa”.

Da qui in poi il giro è continuato imperterrito su mulattiere di pietra con gradini e passaggi di precisione fino all’oasi del ristoro dove anche la candela della mia moto ha esalato l’ultimo respiro …… un altro tocco di fortuna: mi ha mollato solo a 20 metri dal cibo!

Grande accoglienza in mezzo al verde, Mauro Luparia e Gianni Paravidino (presidente e vice del MC) ci hanno rifocillato di pizza, focaccia, crostata e bevande, tutti a chiedere come stavamo, se il giro andava bene ….. se si voleva proseguire per il blu o per il verde perchè c’erano ancora due ore da fare ….

Beh, ormai l’avventura si doveva terminare, una fascetta per fissare alla meglio la leva del freno, una candela “seminuova” e poi, sinceramente, ormai il difficile sembrava passato, figurati se avevano il coraggio di buttarti su un’altro sentiero “impegnativo”

mulatrial loano

PASSAGGIO CORAGGIOSO….

Lo avevano il coraggio, eccome, il Loano ha ritrovato altre vecchie mulattiere dimenticate e le ha riaperte per noi, un vero spettacolo motoalpinistico che ci ha tolto l’ultimo residuo di forze, una scusa per ammirare il panorama sul golfo di Loano.

Stanchi e felici siano arrivati alla fine della Mulatrial verso le 17.00 circa, l’avventura purtroppo era finita, ci attendevano i ravioli e la carne alla griglia preparati dal Verzi group, un’associazione di promozione della località che ha allestito tavoli e panche per i 130 partecipanti su un prato al sole con vista mare.

Un pranzo degno del giro e della località che ci ha ospitato nello stile più giusto: moto parcheggiate ai lati e noi a ricordare le emozioni, gli acciacchi e tutto ciò che ci ha colpito di più nella giornata, volo della moto e serbatoio supplementare compresi!

E nello stile più giusto occorre menzionare anche l’impresa di Daniela: è stata l’unica ragazza che si è fatta tutto il tracciato blu e all’arrivo sembrava tutto fuorchè esausta come il sottoscritto e molti altri!

MAURO LUPARIA E DANIELA

Per la cronaca c’è stato anche un ragazzino che si è fatto tutto il blu senza problemi, Luca Donaggio, con il papà come seguidores: uno spettacolo vedere quel ragazzino bersi tutti i passaggi più tosti seguendo i consigli del babbo con assoluta determinazione, credo che il futuro gli riserverà molte soddisfazioni.

LUCA DONAGGIO

Posso assicurare a nome di tanti che è stata un’esperienza notevole che solo gli amici del MC Loano potevano proporre nel territorio del loro comune perchè le Amministrazioni hanno apprezzato la coerenza del comportamento corretto, civile ed amichevole con i cittadini delle località toccate dal percorso tale da dargli tutta la loro fiducia.

Attenti a come gli parlate però perchè questi un pò matti lo sono veramente: se vi lamentate che il giro era facile o troppo corto l’anno prossimo chissà che propongono di nuovo!

Un sentito ringraziamento va perciò a Mauro Luparia e Gianni Paravidino e ai soci del MC Loano con l’auspicio che mantengano la loro rotta perchè è quella giusta, nonostante qualche accenno di “follia”, sperando che rinsaviscano, in bocca al lupo!

GIANNI PARAVIDINO