LE TESTE DI CASCO ALLA MULATRIAL DELL’ARDESIA

mulatrial ardesia 2015MULATRIAL ARDESIA 2015

Ogni mulatrial ti lascia una “sua” traccia addosso, un marchio indelebile che ti ricorda sempre qual’è la caratteristica del giro che ti ha colpito, quella sensazione sempre presente quando ne parli con gli amici e la paragoni con le altre manifestazioni.

La 7^ edizione della mulatrial sui sentieri dell’Ardesia nel 2015 direi rappresenta le teste dure, quella dei motoalpinisti più cocciuti, le cosiddette “teste di casco” più rigide del kevlar che pervicacemente partecipano a questo evento …

Cercherò di spiegarmi meglio.

Ho già descritto nei racconti degli anni precedenti cos’è il battesimo dell’ardesia, quella pietra nera liscia della Valfontanabuona, famosa nel mondo, che saponifica sotto la pioggia rendendo quasi nullo l’attrito tra lei e le ruote della tua moto.

Ho già parlato di quella ragnatela infinita di antiche vie che servivano ad esportare questo prezioso materiale dalle cave delle sue montagne alle città dove viene tracciata questa mulatrial.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAHo raccontato dei gradini e delle mulattiere lastricate dalle pietre levigate a specchio dove solo alcuni svitati e testardi motoalpinisti sono in grado di stare in piedi sulle pedane delle moto percorrendo le tracce ricavate a sbalzo appese sopra infidi canaloni…

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIn questo contesto poi è sempre stata presente anche la pioggia: quasi ogni edizione l’ha vista almeno il giorno prima “preparare” una trappola infernale per i motoalpinisti, quasi non si crede che i tracciatori siano riusciti a mettere le frecce e le fettucce sotto l’acqua.

Pervicacemente queste “teste di casco” della sezione Trial della Valfontanabuona del Motoclub della Superba ripropongono le prime due salite iniziali con pendenze impossibili dove, praticamente tutti, spingono, scendono dalla moto, ansimano, si fanno trainare, si inventano nuove traiettorie per salire e continuano, fino ad esaurire quasi tutte le energie nella prima mezz’ora di giro ….

MULATRIAL ARDESIA 2015Da 7 edizioni a questa parte il copione viene replicato da questi intrepidi svitati variando le innumerevoli combinazioni che il territorio gli offre ed ogni volta esce una variabile ancora più intensa tale da sconvolgerti oltre ogni limite rispetto all’ultimo ricordo …

Quindi, con queste vivide premesse e con le previsioni meteo negative, mi sarei aspettato di trovare solo pochi impavidi, solo i più malati di adrenalina infarcita da una sana percentuale di masochistica pazzia ed invece no…. c’erano circa 170 motoalpinisti!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAEsattamente lo stesso numero dell’anno precedente, quindi ho capito che le “teste di casco” si cercano, si capiscono, intrecciano relazioni e si ritrovano, come ai raduni dei Trapper del secolo scorso, quelli che si rivedevano una volta all’anno per vendere sotto costo alle compagnie organizzate le pellicce dei castori, catturati tra stenti e innumerevoli difficoltà, dei veri malati di vita all’aria aperta, intrepida ed intensa.

Ecco, io credo che sia questo il messaggio dell’Ardesia, un raduno fuori dalle righe anche tra le mulatrial, il richiamo del branco, simile all’ululato dei lupi che emerge dalle foreste più intricate e chiama a raccolta i propri simili per lanciarsi a caccia di una preda o per ritrovarsi a salutare la luna.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALe “teste di casco” hanno cercato tutto questo tra le pendici del Monte Caucaso sopra la Val Fontanabuona, hanno cercato il brivido dei passaggi sul “vetro nero”, i fondocorsa della gomma sul cerchio anteriore negli spigoli dei gradini delle mulattiere, l’assenza di trazione nei passaggi più impensabili, le discese con i freni surriscaldati tanto da vaporizzare l’olio e le salite verticali su versanti spazzati dal vento del mare, con tutti i muscoli tesi all’inverosimile per guidare sugli sfasciumi in quota mentre la moto rimbalzava ovunque.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALi ho visti cercare il percorso hard a “Struvega” quando avevano già macinato almeno 5 litri di carburante e l’acido lattico gli placcava i movimenti sotto denti di roccia che potevi proporle solo come via ferrata ….

Li ho visti lanciarsi su un salto al buio nella zona di Ponte Rocca appena usciti da un dedalo di tornanti a picco in discesa, a malapena tracciati in mezzo alla vegetazione, solo per cercare di infrangere un altro limite … perfino chi rotolava rovinosamente a valle mostrava un sorriso di soddisfazione invidiabile.

OLYMPUS DIGITAL CAMERASi poteva pensare che ci fossero solo ragazzi palestrati dopati di adrenalina, ansiosi di riprendersi con le action cam o le go-pro appese ai caschi e invece ti trovavi in mezzo anche ad attempati personaggi di cui il più giovane aveva superato abbondantemente il mezzo secolo da qualche primavera.

Ti domandi perfino come facciano questi miei vetusti coetanei a trovare le forze per affrontare un giro simile, alcuni si propongono come il “geriatrial group Rapallo”, hanno addirittura una “divisa” griffata con logo.

IMG-20150422-WA0000Si mormora che per far parte di questo improprio “team” devi avere almeno uno stent coronarico o manifestare una serie di sintomi certificati da un esame medico dedicato …. va bene anche il colesterolo oltre i limiti di norma!

La realtà è che lo spirito gogliardico di amicizia, conditi da un sano divertimento e da una indomabile passione per il trial supera l’imprevedibile, tutto diventa possibile, anche sfidare nuovamente l’ardesia della Val Fontanabuona.

Pensare che il giro non era ancora arrivato al ristoro, organizzato presso il Circolo ricreativo Sporting House dai volontari dell’Alta Gattorna, dove ci aspettava frutta, dolce e un panino farcito per ricostituire le riserve di energia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMi aspettavo lamenti, sofferenze, imprecazioni, io stesso ero distrutto … ma le “teste di casco” invece no, decantavano i passaggi affrontati, pregustavano le successive arrampicate nella zona di Albareto al limite della sfida con la forza di gravità o i panorami dal passo Banchella.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMi toccava seguirli tutti, volevo vedere se la loro testardaggine era in grado di portarli fino all’arrivo non potevo credere che tutto ciò fosse possibile.

Mentre stavo soccombendo alle fatiche del giro e la moto ormai mi portava dove voleva, questi cadevano, rotolavano ma avanzavano sempre, aiutati dai loro simili “svitati” della sezione trial della Valfontanabuona, non ci potevo credere ma fui costretto ad accettare la realtà dell’ardesia, una mulatrial da malati incurabili del tassello, un nuovo cocktail di sensazioni così forti da farti dimenticare la fatica e di costringerti a pensare alla prossima edizione!

OLYMPUS DIGITAL CAMERADetto questo gli amici della Fontanabuona ci hanno nuovamente stupito interpretando le aspettative più estreme di un nucleo importante di motoalpinisti, riorganizzando il tracciato sul loro territorio restituendo molti sentieri perduti nelle loro valli all’uso comune con l’obiettivo di riproporci nuove emozioni.

Sicuramente sono riusciti nel loro intento, hanno perfino reinterpretato il pranzo a fine giro con i volontari dell’Alta Gattorna allestendo un tendone con panche e tavoli nel campo sportivo e, mentre la cucina sfornava pasta, cuculli e salsiccia, si stava tutti insieme.OLYMPUS DIGITAL CAMERASi scambiavano foto e i racconti del giro restituivano sui volti dei partecipanti un’espressione particolare che si vede solo su chi sogna così tanto ad occhi aperti da perdere l’uso delle palpebre … come è accaduto alle “teste di casco” alla mulatrial sui sentieri dell’ardesia, arrivederci alla prossima edizione!

CLICCARE PER RACCOLTA FOTO COMPLETA