BETA DAY 2014

beta day12 ottobre 2014, una data storica quella del Beta Day.

Nel ricordo della scoperta dell’America 522 anni dopo, la Beta, la casa motociclistica italiana centenaria di moto da fuoristrada e non solo, come ogni anno ha aperto le porte del suo stabilimento di Rignano sull’Arno in provincia di Firenze per ospitare tutti gli appassionati alle discipline del fuoristrada.

beta dayE’ stata una Woodstock nostrana del tassello, un enorme fettucciato per provare tutta la gamma delle moto da enduro 2015 in adiacenza a quattro zone da trial indoor accompagnate da un’area di allenamento e il paddock per ospitare i piloti dell’ultima prova del trofeo monomarca articolato su altre due zone naturali ricavate all’interno dello stabilimento e nella cittadina di Rignano.

beta dayMa non è finita qui, oltre al test ride libero per gli appassionati si sono tenute più manche di gara dai piloti ufficiali della casa nel fettucciato da enduro, contemporanemente la SAT della FMI faceva provare in un’altra area le minimoto elettriche e a benzina mentre i ragazzini di Beta Trueba, l’importatore spagnolo, si destreggiavano sulle zone passando dalle bike trial alle elettriche con una disinvoltura inimmaginabile a noi comuni mortali.

beta dayAlmeno 1500 persone hanno approfittato di questa occasione, spettacoli negli spettacoli, illustrati dalla voce di Alberto Piombo che si è dimostrato un fine direttore di orchestra spiegando i passaggi più particolari del trofeo monomarca o scoprendo l’adrenalina dei piloti che si sfidavano tra le fettucce fino ad orientare il pubblico verso gli eventi del momento, compreso la pausa pranzo presso la mensa della fabbrica …..

beta dayLa visita alla fabbrica è stata per noi malati di moto una sfilata nel paradiso proibito di una città imperiale, l’odore di nuovo dei modelli lubrificati e cerati per la spedizione ai concessionari esaltava i sensi di tutti noi, credo che solo un bambino goloso dentro una pasticceria possa provare sensazioni simili!beta daySolo che qui i “dolci” si potevano anche assaggiare, nel pratone erano esposte tutte le moto e lo staff era pronto a distribuire i tempi di prova: 15 minuti tra le fettucce sul modello preferito o nelle zone ricavate nel bosco di cornice della fabbrica, bastava solo presentarsi con casco e stivali dopodiché liberi tutti!

beta dayChe occasione, unica perché in una giornata, si poteva passare da una sella all’altra fino a saltare sulle pedane, che si poteva volere di più?

Devo dire che ero veramente curioso di provare un enduro di ultima generazione, si dice che i motoalpinisti sono più simili agli enduristi e che chi va in moto da trial non ha problemi nel guidare altre moto da fuoristrada.

Probabilmente sono l’eccezione che conferma la regola … sono partito sul 350 4t, una moto magnifica, posizione di guida perfetta, erogazione gagliarda e gestibile ma potente, forse troppo perchè nei rettilinei mi sembrava di essere su una palla di cannone e alla curva …. Panico! Meglio limitarsi, cercare la posizione, distribuire bene il peso in avanti e raddrizzare il posteriore derapando in uscita di curva. Libidine, se solo staccavi la centralina mentale dello spirito di conservazione potevi proiettarti nella dimensione estrema della velocità …beta dayEcco tutto questo l’ho capito più tardi quando un amico, corridore di enduro in varie situazione estreme e non solo, mi ha spiegato come stare sopra a quella moto, dovevo veramente cambiare idea rispetto al trial, qui la posizione di guida richiede la postura spostata sull’avantreno, è l’anteriore che deve stare incollato a terra, solo così la moto tiene la direzionalità e fila dritta su un binario!

Aveva ragione, solo che me lo ha detto DOPO la prova del 250 2T, non avuto il coraggio di provare il 300 o il 430 … sul fondo bagnato, con quella erogazione di potenza spaventosa, in uscita di curva e in rettilineo ho rischiato più volte l’intraversamento incontrollato, forse qui anni di motoalpinismo difficile mi hanno aiutato per tenere la situazione, per me, al limite …

beta dayHo realizzato veramente che ognuno ha il suo tipo di moto, non ci si può improvvisare endurista neppure in piano su un pratone fettucciato, anche qui ci vuole il solito percorso di prova ed espiazione prima di arrivare al divertimento.

L’enduro è una disciplina fuoristradistica veramente da arditi del tassello, pensare di tirare a palla queste moto in gara in mezzo ad una mulattiera, in curva cieca derapando su un fondo variabile all’infinito non è da tutti e se poi si prova qualche giro estremo allora non so veramente come si possa pensare di farcela … e forse non è così vero che se vieni dal trial si va senza problemi sull’enduro.

Allora sono tornato alla MIA disciplina, il trial per le mulatrial!.

beta dayLe evo 300 2015, a 2 e 4 t, erano lì pronte ad aspettarmi, dopo un giro sul 2t, un motorone leggero, guidabilissimo, dotato di possibilità ciclistiche sfruttabili solo dai piloti alieni che lo usano come un attrezzo ginnico di evoluzione, sono passato al 4 t, un motore silenzioso, civile, sulla stessa ciclistica esagerata del 2t ma dotato di una dolcezza di erogazione micrometrica che immagini ti possa portare a spasso tra i sentierini nei boschi nel modo meno invasivo possibile, quasi come una moto elettrica.

beta dayE’ tutto vero, ad una posizione specifica di apertura gas l’erogazione era costante nel suo fruscio delle valvole, nessun problema in partenza in ogni situazione, occorreva provarla su qualche passaggio più trialistico da montagna, qualche gradone o delle contropendenze sotto le radici.

beta dayLa prova di queste situazioni mi ha fatto capire che ci si deve solo abituare ad aprire il gas di più rispetto al 2 t, c’è più inerzia da vincere ma ci vuole veramente un attimo per trovarsi oltre ogni ostacolo, anche qui le possibilità della moto sono veramente infinite per i comuni mortali, il mono ti porta su senza problemi e il motore … basta “chiamarlo” senza esitazione con il polso destro e lui ti aiuta.

beta dayCerto però che le moto dei test erano pretese da molti, purtroppo ho dovuto cedere la mia cavalcatura ad altri appassionati, in tempo per vedere i passaggi dei piloti del Master, compreso i più piccoli, anche loro con le tabelle rosse del leader di categoria.

beta dayMentre la gara procedeva, le manche dei piloti del professionismo dell’enduro partivano nel fettucciato applauditi dagli spettatori sugli argini, i passaggi nelle curve, per me, erano spettacolari, li paragonavo ai miei tentativi di tenere le traiettorie imposte e mi strabiliavo di come questi passassero al millimetro superandosi all’interno e all’esterno curva, spalancando il gas senza ritegno mentre la moto procedeva dritta e il posteriore si raddrizzava dalla derapata, come da manuale!

Già, piegavano pure sul prato mentre il rombo del motore saliva di progressione, loro giravano con il gas a manetta e io invece lo sfioravo appena!

beta dayRiflessioni che mi accompagnavano tra gli stand motociclistici dei team, la Beta ha esposto tutti principali modelli da trial che hanno fatto la storia delle innovazioni introdotte dalla casa: dalla TR 34, il modello mitico portato agli allori da Jordi Tarres e poi le moto con il telaio in alluminio.

beta dayLa visione da vicino fa notare prepotentemente lo snellimento del loro telaio rispetto a quello della prima zero, passando per l’abbassamento della sella con il techno e la magnifica sagomatura di quello della REV, senza leveraggi del mono, fino ad arrivare all’idroformatura minimale dell’attuale Evo…

Peccato che oltre il telaio sia diventato minimale anche il parafango posteriore … quell’appendice ora veramente non serve più per lo scopo per cui è nata …..

E’ l’unica cosa che stona e accomuna tutte le moto da trial sul mercato … insieme alla ridotta capacità del serbatoio!

La fantasia continua a divagare dentro la mensa: il self service dove mangiano coloro che assemblano i modelli, che li progettano e li sviluppano mi stimola l’immaginazione, complice la presenza di Donato Miglio, il “professore” che negli anni 80 insieme a Diego Bosis riproponeva nel trial le sfide sportive come quelle di Coppi e Bartali nel ciclismo, allora si sentivano i loro nomi sempre ai massimi livelli.

beta dayChissà se a Miglio i parafanghi stanno sullo stomaco, magari non li sopportava quando correva ai suoi tempi perché li spaccava all’infinito ed ora si prende una rivincita nei nuovi modelli …?

Forse la fantasia è amplificata dall’atmosfera, sono un po’ deviato anche dagli aspetti ambientali perciò cerco di trovare sempre delle motivazioni inerenti la sostenibilità ambientale della nostra disciplina e mi immagino sempre che vi sia uno studio di nuovi soluzioni per mitigare gli impatti, in effetti il rumore era veramente poco sulle evo e gli enduro mi sembravano meno incisivi, dopodiché in mezzo all’area trial trovo pure un orto, magari allestito per valutare le ricadute degli inquinanti sulla vegetazione, però non sono riuscito a capirlo, le innovazioni sono coperti dalla massima riservatezza, magari un domani vedremo i motori alimentati a bietole …

beta dayNon esageriamo, mi sembrava di essere nella Disneyland del fuoristrada, non ci stavo capendo più nulla, l’esaltazione era alle stelle, vagavo ora tra i modelli da Rally e si materializzava anche la visione delle dune del deserto con la traccia da correlare alle indicazioni del road book, per fortuna ancora con i rullini di carta, una immagine da Parigi Dakar dei miei tempi, i mitici anni 80!

beta dayCi stava ancora un giro in fettucciato, nuovamente sul 350 4t, proteso in avanti secondo istruzioni, la moto copiava tutte le gobbe del terreno, in piedi la potevo lanciare senza scomporre l’assetto, in curva l’anteriore faceva perno e la moto ruotava come una vela al cambio di vento, uno spasso!

Purtroppo però tutti i sogni finiscono, dopo la premiazione del trofeo la sera è arrivata inclemente e si doveva andare, tornare alla vita di tutti i giorni ma con un nuovo stimolo, con la consapevolezza che nella nostra passione del tassello esiste una realtà nazionale solida e fiorente che compete con i colossi di oltreoceano o dell’Europa.

In questi periodi difficili di crisi economica, incertezza istituzionale e farragginosità delle normative e delle procedure amministrative che governano la vita di tutti i giorni fa estremamente piacere vedere che c’è una visione motoristica imprenditoriale che tiene, accoglie la gente, condivide la sua casa e ti dimostra quanto possa essere produttiva in modo sano in un contesto difficile come quello che conosciamo.

BETA DAYE’ un messaggio veramente positivo quello del Beta Day, un segnale che non occorre mollare, che si deve trovare la posizione più giusta per mantenere la direzione, come sull’enduro tutto in avanti o come fece Colombo più di 500 anni fa quando scoprì il nuovo mondo andando controcorrente.

Chissà che non si scopra un altro nuovo mondo partendo da qui, da Rignano sull’Arno senza andare oltreoceano ma credendo nell’evoluzione di un nuovo modello di sostenibilità.

Un’opportunità di riflessione da cogliere nuovamente l’anno prossimo, con le nozze d’argento della venticinquesima edizione del trofeo monomarca Masterbeta, cordiali saluti a tutti e arrivederci al’anno prossimo..

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