L’ANIMA DELL’ARDESIA

ardesia 2016

Può migliorare una Mulatrial come quella che ha percorso i sentieri dell’Ardesia a Moconesi Alta in Provincia di Genova?

Forse … o forse era già così caratteristica prima, particolarmente dotata di quel pizzico di strana incertezza.

Una condizione tale da farti penare le sette fatiche di Ercole, se l’umidità presente nell’aria era in grado di saponificare la pietra nera sotto le tue ruote, o in grado di farti godere di un viaggio indimenticabile su mulattiere tecniche, aggrappate alle pendici di quei monti che l’hanno protetta nel tempo, se invece il sole l’ha asciugata al punto giusto.

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Quindi è stato solo il Fato a decidere, la fortuna o la sfortuna possono regalare emozioni o pene ma i ragazzi della sezione Valfontanabuona del Mc della Superba la sorte l’hanno sapientemente aiutata, ritoccando il giro degli anni precedenti, privandolo da quella salita iniziale che, per i neofiti, è sempre stata una incognita ancora più grande del destino… regalandoci così le emozioni di un giro piacevole ed equilibrato!

ardesia 2016

Emozioni suffragate anche da un clima più secco del solito che ha garantito una aderenza sull’ardesia eccezionale, rispetto a passate edizioni, tanto da far credere ai circa 200 motoalpinisti presenti di essere da tutt’altra parte, nonostante stessimo percorrendo gli stessi sentieri degli anni precedenti anche se sapientemente variati!

La partenza è stata spostata presso il Circolo ricreativo Sporting House dei volontari dell’Alta Gattorna dove si ripassava al ristoro, una scelta comoda ed azzeccata così, poco oltre metà giro, chi era già soddisfatto poteva dedicarsi alle “zone” a tavola mentre, chi voleva continuare ad esplorare il territorio, poteva reintegrare il carburante e ripartire.

ardesia 2016

Le quattro variabili di percorso sono state articolate su circa 50 km di mulatrial dove il tracciato medio con le frecce blu, era stato organizzato praticamente su sentieri e mulattiere, dense di gradini di ardesia, che ci hanno condotto a quote relativamente poco elevate, solo 900 metri, per i trialisti abituati alle quote delle Alpi.

Quote emergenti però da valli nascoste dove la vita dell’uomo si è allontanata da tempo.

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Alla Mulatrial dell’Ardesia l’inesistenza della presenza umana, lungo il percorso, restituisce quelle emozioni primordiali che si provano quando sei circondato da una natura selvaggia e riesci a capire che in poco tempo puoi estraniarti dalla civiltà, puoi cercare rifugio in una caverna abbandonata dove si estraeva l’ardesia o salire sulla vetta lungo una traccia scavata nella roccia con i picconi per ammirare il mare e la costa della Liguria all’orizzonte.

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Forse puoi azzardarti a pensare di attendere il chiarore rossastro del tramonto ma la razionalità ti ricorda che l’umidità della sera può cambiare l’aderenza sull’ardesia e che il suo colore può rendere il buio ancora più nero ….

E’ meglio lasciare spazio nella mente alla razionalità al posto della fantasia e proseguire il giro, il muschio verde ti segue e l’esperienza delle edizioni passate ti ricorda che la moto va guidata pelando il gas sui gradini e tenendo il manubrio come si tiene per mano un bambino: morbido e fermo, quando serve, per non fargli prendere direzioni pericolose.

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La forza qui non è essenziale, si deve esaltare la sensibilità, si capisce che è la moto che ti deve portare e non sei tu a costringerla, devi dargli la direzione giusta con la posizione corretta del tuo corpo sulle pedane, in equilibrio, senza caricare peso sul manubrio altrimenti i contraccolpi ti smantellano le braccia, te le fanno diventare rigide come due pali inanimati fino a farti perdere tutta la sensibilità.

Lungo il giro abbiamo trovato delle vestigia della storia, come la cappelletta votiva di San Rocco, il Santo evocato nel passato per proteggersi dalla peste, il flagello che per centinaia d’anni ha distrutto innumerevoli vite senza che vi fosse uno strumento diverso dalla fede per difendersi…

ardesia 2016

La storia ci racconta che intorno al 1850 una pestilenza colpì la Valfontanabuona quindi questa cappelletta, probabilmente, fu eretta in quel periodo dai sopravvissuti al morbo per ricordare la grazie ricevuta, la particolarità di questo punto di riflessione è il posto ove sorge, veramente sperduto sul Rio Rissinello, una valle nascosta quasi come se fosse l’unico rifugio per difendersi dal morbo che incombeva.

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Ringraziamo anche noi San Rocco con il nostro passaggio ed entriamo ad esplorare un mondo nascosto, lungo delle gradinate di ardesia infinite e ravvicinate, dove vale sempre la regola di lasciare libera la moto e di non guidarla con rigida prepotenza.

Qui la potenza non rende e il territorio ti respinge, se il tuo corpo e la tua mente non entrano in simbiosi con lui.

Quando trovi la sincronia giusta e cogli il cosiddetto “tacto de gas” allora prosegui senza fatica e con grande soddisfazione, si sale al Colle Forchin per poi precipitare nuovamente verso il fondo valle tra discese che riscaldano i freni e su curve chiuse ad un angolo così acuto che solo i più dotati potevano farle spostando …. d’altronde qui si era nel percorso blu quindi era giusto così!

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Ma il giro non era solo quello, oltre ai punti panoramici con visione all’orizzonte fino al Monte di Portofino abbiamo guidato, molto, intensamente e con gusto lungo delle mulattiere tecniche con terreno saldo che ti permetteva di giocare in piedi sulle pedane o di ammirare le opere di ingegneria contadina, realizzate in un passato ormai remoto: fasce, muretti a secco, case in pietra, miniere.

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E’ difficile realizzare quante opportunità motoalpinistiche si possano scoprire in mezzo a queste montagne, la rete di viabilità minori disponibili è infinita e, tutt’ora ne sono certo, si potrebbe triplicare senza difficoltà la Mulatrial dell’ardesia..

Al termine della prima parte siamo ritornati al ristoro presso la partenza, esaurito …. ma anche questo era previsto poichè era pronta la riserva con una consumazione presso la mensa della Chiesa di Moconesi dove avremmo poi pranzato al termine della mulatrial.

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Al tavolo dopo i primi 30 km molti hanno preferito lasciarsi andare alla rilassatezza della tavola insieme agli amici … tanto che poi li ho ritrovati ancora lì, circa due ore più tardi!

Il giro proseguiva per la parte guidata, per me, più bella della mulatrial: la salita di Albareto.

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Ne ho parlato più volte, è una mulattiera scavata nell’ardesia, sinuosa come un’anguilla, che ti porta verso il passo della Banchella tra curve e controcurve da fare, a scelta, in volè o con le ruote a terra e il corpo proteso all’esterno, con passaggi in assoluta sicurezza intercalati da varianti rosse anch’esse scavate nella pietra dove, veramente, solo i più bravi l’hanno apprezzata salendo a zero!

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La vera difficoltà ormai era la stanchezza, dopo circa 5 ore di giro si faceva sentire quindi la parte terminale della Banchella l’ho dovuta tagliare, non aveva senso esagerare e per me la mulatrial è terminata nuovamente con la sosta al pranzo alla Chiesa di Moconesi.

ARDESIA 2016

Un ambiente semplice, tavole e panche ricche di accoglienza con gli amici a tirare le somme della giornata, chi raccontava come si era comportata la nuova moto, chi ricordava il passaggio più tecnico e chi pensava già alla prossima mulatrial, come il gruppo di Piandelagotti (MO) venuto in avanscoperta per reclamizzare la loro mulatrial e per scoprire il “battesimo dell’ardesia”

ardesia 2016

Anche quest’anno i ragazzi della Sezione Valfontanabuona del MC della Superba con le loro pettorine rosse hanno egregiamente organizzato una mulatrial che ha lasciato nuovamente il segno, li ho ritrovati in ogni punto più critico, pronti ad aiutare tutti fino alla fine.

Mancava solo Sandro Toso, uno delle anime dell’ardesia ancora in convalescenza, su cui conteremo l’anno prossimo per ripassare dal Monte Caucaso o dalla Pietra Cavallina, come alla prima edizione.

ardesia 2016

Sandro

Il nostro ringraziamento va a lui, agli altri volontari e alle amministrazioni comunali di Lorsica, Favale, Neirone e Moconesi che da otto anni si prodigano per farci ritornare soddisfatti a casa dopo una giornata indimenticabile di motoalpinismo, arrivederci all’anno prossimo!

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